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Abbiamo nel precedente articolo acclarato, in chiave di ricostruzione logica, che noi siamo stati creati come è stato creato l'universo stesso per un immenso scopo, e l'unico modo per conoscerlo è attraverso le parole che il Creatore ci ha rivolto. Considerato che la Torah è il libro più antico attribuito a Dio, cercheremo in questo articolo di valutare, con coerenza logica, l'autenticità della Torah.

Innanzitutto quando leggiamo la Torah, che viene considerata Parola di Dio, esigiamo di trovare parole che provengano esclusivamente da Dio, così come ci aspettiamo di trovare prove che testimoniano che la Torah è veramente la Parola di Dio, perfetta e senza contraddizioni. Al contrario, lo studio del testo prova che la Torah disponibile nei nostri tempi non è la stessa rivelata a Mosè.

1) Esaminando il sesto versetto del settimo capitolo del primo libro delle Cronache, il primo versetto dell'ottavo capitolo dello stesso libro ed il ventunesimo versetto del quarantaseiesimo capitolo del libro della Genesi, subito ci accorgiamo della sua incongruenza visto che i nomi e i numeri dei figli di Beniamino variano: nel primo versetto sono tre, nel secondo sono cinque, mentre nel versetto della Genesi sono dieci. Questo vuol dire che Lazzaro quando scrisse il libro delle Cronache non aveva a disposizione la Torah che abbiamo noi oggi, né la Torah che è stata rivelata a Mosè, considerata la differenza tra il settimo capitolo e l'ottavo capitolo; d'altronde la Torah che scrisse Lazzaro differisce da quella odierna, altrimenti si sarebbe basato su questa senza creare confusione tra i nomi ed il numero dei figli di Beniamino.

2) Confrontando i capitoli 45 e 46 del libro di Ezechiele con i capitoli 28 e 29 del libro dei Numeri, troviamo una netta contraddizione tra i comandamenti, il che conferma che la Torah su cui si è basato Ezechiele differisce da quella odierna.

3) Il secondo versetto del ventunesimo capitolo del libro della Genesi riporta che i figli adulterini non entreranno fino alla decima generazione nel Regno del Signore, mentre il versetto 29 del capitolo 38 del libro della Genesi afferma il nonno di decimo grado di Davide era figlio adulterino, e questo è in chiara contraddizione con il vangelo secondo Matteo ed il vangelo secondo Luca. Essi confermano che Davide è il nipote di decimo grado di Perez, mentre Davide secondo Il Salterio è il figlio primogenito di Dio, il che significa che la Torah odierna non è la stessa disponibile al tempo della stesura del vangelo secondo Luca.

4) Il versetto 8 del capitolo 27 del libro di Deuteronomio ed il versetto 32 del capitolo 8 del libro di Giosuè riportano che la Torah può essere scritta su una pietra di un altare, il che conferma che la Torah odierna, composta da cinque libri, non è la Torah rivelata a Mosè.

Ciò che abbiamo mostrato non lascia alcun dubbio sul fatto che la Torah odierna non è quella rivelata a Mosè. Essa risulta più simile ad un libro di storie scritto da uno sconosciuto che ha provato a creare una biografia del popolo di Israele, limitandosi ad aggiungere "Dio ha detto questo" e "Mosè ha detto quello".

Questo scrittore ha mostrato Dio sotto forma di assurdità, Che agisce senza volere e senza un ordine. Nel primo capitolo del libro della Genesi viene riportata la frase:

"[...] Dio vide che era cosa buona. [...]" (Genesi 1:10)

Questa frase viene costantemente ripetuta, come se non ci fosse un obiettivo prefissato prima della creazione di Adamo, il padre dell'umanità, e quindi Dio non appare come fonte di vita e scienza, come se Dio fosse stato costretto a scacciare Adamo fuori dall'Eden affinché non mangiasse dall'albero della vita.

"Poi il Signore Dio disse: «Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi quanto alla conoscenza del bene e del male. Che ora egli non stenda la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva per sempre!». Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da cui era stato tratto. Scacciò l'uomo e pose a oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada guizzante, per custodire la via all'albero della vita" (Genesi 3:22-24)

Questo scrittore ignora le creature e la natura, quindi ha mentito a Dio. Dice che la luce del sole e della luna sono state create prima che il sole stesso e la luna stessa fossero create.

"Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo" (Genesi 1:3-5)

"E Dio fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte, e le stelle" (Genesi 1:16)

Questo è qualcosa di incongruente, perché non esiste alcuna luce che non provenga da una fonte; egli stabilisce che la luce è creata prima della creazione della fonte stessa, qualcosa di proibito dalle leggi della fisica, pertanto concludiamo chiarendo due aspetti:

Il primo aspetto è che la Torah rivelata a Mosè, intesa come Parola di Dio, non è più disponibile da secoli. 

Il secondo aspetto è che la Torah odierna non può certamente essere considerata Parola di Dio, considerata la cattiva immagine che traspare della figura di Dio, il Creatore dell'universo.

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داعية يحاول تقفي أثر الأنبياء في الدعوة

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